“Il Capitano” Francesco Totti nei primi anni della sua lunghissima carriera in giallorosso era chiamato “Il pupone”.
“SuperMarco” Delvecchio, Daniel “castoro” Fonseca e il “tedesco volante” Rudi Voeller sono stati beniamini della Curva negli anni 90. Negli anni 80 il terminale offensivo della Roma è stato a lungo Roberto Pruzzo, “il bomber”. Nativo di Crocefieschi, in Liguria, era soprannominato anche “O’rey de Crocefieschi”. I compagni di squadra invece lo ribattezzarono amichevolmente “Brontolo”.
Pierino Prati, goleador della Roma negli anni settanta era per i sostenitori giallorossi “Pierino la peste”.
“Testina d’oro” Carlo Galli era il centravanti della Roma che risalì in serie A nel 1952, mentre “er fornaretto” era Amadeo Amadei, campione d’Italia nel 1942, che a Frascati aveva un forno dove lavorava prima di diventare un calciatore professionista. Negli anni 30 la punta di diamante dell’attacco giallorosso fu per alcuni stagioni l’argentino Enrique Guaita. Per via della maglia nera indossata dalla Roma a quei tempi, Guaita venne chiamato dai romanisti “il corsaro nero”.
Rodolfo Volk, il primo grande centravanti della Roma, fu ribattezzato dai tifosi romanisti “Sciabbolone”, per la sua caratteristica di girare il pallone in rete, e “Sigghefrido”, per l’aspetto fisico del nordico che ricordava l’eroe epico della mitologia germanica.
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